Al giorno d’oggi un numero sempre crescente di consumatori sceglie il Bar come luogo dove consumare un pasto durante la propria pausa pranzo.
Sono 5 milioni i consumatori che scelgono questo canale ogni giorno, posizionando così il Bar in terza posizione dopo il ristorante-pizzeria e la trattoria. Nonostante la concorrenza in questa fascia sia sempre maggiore (menu fissi nei ristoranti, take away, street food) il fatturato del Bar nel momento della pausa pranzo dal 2013 è aumentato del 1,5%. Il 10% dei gestori stessi, secondo la ricerca del 2015 di Tradelab sul Bar, dichiara un aumento della vendita di prodotti food. Sempre secondo la stessa ricerca, tra il 2013 e il 2016, è aumentato del 7% il numero di bar con cucina, indicatore di una volontà di avere un’offerta di gastronomia calda.
Ultimo dato, ma non meno importante, dal 2007 al 2016 la spesa media del consumatore dedicata alla pausa pranzo nel Bar è aumentata del 16,4%, attestandosi sui 6,23 €, il che dimostra che il consumatore stesso è disposto a spendere qualcosa in più al bar a fronte di un’offerta adeguata. Il mercato indica dunque una direzione chiara che può essere una grande opportunità per tutti gli operatori che hanno un’offerta food al bar nel momento della pausa pranzo.
Ma qual è il giusto modo di sfruttare al meglio questa occasione di consumo?
Innanzitutto non deve scoraggiare il fatto di non avere a disposizione una vera e propria cucina nel proprio locale. Senza dubbio la possibilità di trasformare le pietanze è un valore aggiunto, ma con alcuni accorgimenti, anche solo sfruttando le classiche attrezzature da bar (microonde, forno dei cornetti, blender, frullatore ad immersione e piastra) si può creare un’offerta varia ed interessante.